Il giorno 22 Aprile si è celebrata la Giornata della Terra, un appuntamento che si tiene ogni anno dal 1970, quando 20 milioni di americani parteciparono ad una manifestazione in favore della tutela e salvaguardia del nostro pianeta.
L'obiettivo di tale ricorrenza, che si tiene in circa 174 paesi nel mondo, è di sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi ambientali che affliggono la Terra.
Lo stato di salute in cui versa il Nostro Pianeta si spera sia conosciuto ormai dalla maggior parte della popolazione mondiale.
Sui media diventa comune sentire almeno una notizia riguardante i cambiamenti climatici e gli stessi Stati Uniti, che con la prima amministrazione Bush negavano i problemi derivanti dall'effetto serra, hanno stretto un accordo con il Brasile per la fornitura di etanolo come carburante per le autovetture. L'obiettivo dell'amministrazione americana è di ridurre di un quinto il consumo di benzina.
Uno scenario elaborato dal WWF Internazionale prevede che, nell'area mediterranea, un aumento di 2°C potrebbe provocare una diminuzione del 20% delle precipitazioni annuali, una forte difficoltà a reperire acqua sia per l'agricoltura, con la possibilità di desertificazione di oltre il 40% della superficie agricola utilizzabile, sia per l'uso umano, con la perdita di quasi il 10% della disponibilità di acqua nei bacini, e la scomparsa di oltre il 50% delle specie vegetali.
I cambiamenti climatici non sono le sole incognite che dobbiamo e dovremo affrontare: distruzione di habitat, deforestazione, perdita di biodiversità, pesca eccessiva, inquinamento e crescita demografica minacciano la nostra stessa sopravvivenza. In occasione della presentazione del Living Report 2006, il WWF Internazionale, al termine di due anni di studi, ha fissato per il 2050 la data in cui ogni uomo consumerà il doppio di quanto la Terra può produrre. In pratica avremo bisogno di un altro pianeta come il nostro per soddisfare le nostre esigenze.
Da molti anni si è acceso un forte dibattito intorno a questi temi, con la contrapposizione tra "pessimisti" e "ottimisti", le possibili soluzioni sono state prospettate e movimenti positivi iniziano a intravedersi; quello che dobbiamo comprendere è che non possiamo demandare alle generazioni future il dovere ad assumerci le responsabilità per il miglioramento ambientale, ma impegnarci nei gesti e nelle scelte di consumo e politiche di ogni giorno.
L'impegno di una sola giornata all'anno non è sufficiente.
Leibniz diceva che questo era il migliore dei mondi possibili. Potremmo rispondergli che questo è anche l'unico.
(pubblicato sulla rivista Altrestrade)
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