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2 luglio 2007

Per un biodiesel ancora più bio | Le Scienze

Combustibili verdi
Per un biodiesel ancora più bio
Il nuovo metodo sfrutta la capacità del batterio Escherichia coli di consumare glicerina in condizioni anaerobiche producendo etanolo

La produzione di biodiesel negli Stati Uniti ha raggiunto il suo massimo storico, e un gruppo di ricercatori della Rice University ha trovato un metodo conveniente per smaltire la principale sostanza di scarto, la glicerina.
'Ogni 10 chilogrammi di biodiesel viene prodotto 1 chilogrammo di glicerina – ha spiegato Gonzalez, docente di ingegneria chimica e biomolecolare della Rice. 'Il business del biodiesel ha margini molto ristretti, e finora anche la glicerina di scarto aveva un valore su cui i produttori hanno contato per arrotondare.”
Ma ottenere un profitto dalla sola glicerina è un obiettivo non facile, a cui si sono dedicati ricercatori di tutto il mondo. Mentre molti hanno cercato di percorrere la via chimica tradizionale – cercando reazioni di catalisi in grado di spezzare la molecola in altri composti – alcuni, tra cui Gonzalez e colleghi della Rice, si sono concentrati sulla conversione biologica.
In tale processo si utilizzano organismi ingegnerizzati che sono in grado di nutrirsi di uno specifico composto chimico e di produrre qualche altra sostanza utile.
In un articolo pubblicato sulla rivista “Current Opinion in Biotechnology”, Gonzalez e colleghi sottolineano che un numero molto ristretto di microrganismi è in grado di digerire la glicerina in condizioni anaerobiche. Tra essi vi è però un ceppo batterico molto comune come Escherichia coli, che nel processo produce etanolo. "Abbiamo identificato i processi metabolici e le condizioni che permettono a E. coli di effettuare la conversione chimica in modo molto efficiente. Si stima che i costi operativi siano inferiori del 40 per cento rispetto alla produzione di etanolo direttamente dal mais.” (fc)

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