Secondo le dichiarazioni dei ricercatori, a pieno regime il processo Zymetis potrebbe arrivare a una produzione di 75 miliardi di galloni – pari a 280 miliardi di litri – all’anno di etanolo
I cosiddetti biocombustibili cellulosici possono infatti essere prodotti a partire da tutti i vegetali che non si presentano in forma di grani o semi e risultano quindi di grande importanza ecologica, da momento che possono essere ottenuti da materiali che non hanno alcun valore alimentare, come i prodotti di scarto dell’agricoltura, inclusi paglia, il tutolo o le brattee del mais. Il processo è stato messo a punto anche grazie alla collaborazione con la piccola società Zymetis: il suo segreto è lo sfruttamento S. degradans, che si trova abitualmente nella marsh grass Chesapeake Bay.
Tale ceppo batterico infatti produce un enzima che permette la conversione di materiale vegetale in zucchero, che a sua volta può essere convertito in biocombustibile.In realtà i ricercatori della Zymetis non sono stati in grado di isolare il batterio in natura, ma hanno scoperto come produrre l’enzima in laboratorio. Il risultato è un composto chimico chiamato Ethazyme, che degrada le resistenti pareti delle cellule dei materiali cellulosici e converte direttamente l’intero materiale vegetale in zuccheri pronti per la trasformazione in biocombustibile, con un costo significativamente inferiore e con minore utilizzo di composti tossici rispetto al metodo convenzionale.
Secondo le dichiarazioni dei ricercatori, a pieno regime il processo Zymetis potrebbe arrivare a una produzione di 75 miliardi di galloni – pari a 280 miliardi di litri – all’anno di etanolo. Stando alle proiezioni, il mercato degli enzimi per biocombustibili potrebbe arrivare a un valore complessivo di 5 miliardi di dollari, tenuto conto anche dedll’energy bill, la legge approvata dal Senato degli Stati Uniti e che dà mandato alle compagnie petrolifere di produrre 21 miliardi di galloni di etanolo ricavato dalla cellulosa entro il 2022.
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