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3 aprile 2011

E’ vero che l’uranio è una risorsa molto abbondante in natura? E’ falso!

Quello dell'abbondanza dell'uranio in natura è sicuramente una delle principali mistificazioni in merito a questa fonte non rinnovabile. E' vero si che si tratta di un minerale piuttosto diffuso in natura ma solo in concentrazioni praticamente infinitesime, tanto basse da non risultare praticamente sfruttabili. Le uniche riserve realmente sfruttabili sono quelle presenti in pochi giacimenti concentrati solo in alcuni paesi. Di fatto il 60% dell'uranio è prodotto dal Canada, dall'Australia e dal Kazakistan, i paesi in cui si concentrano le principali riserve del minerale. Altri paesi con riserve di un certo interesse sono la Russia, il Niger, la Namibia, l'Uzbekistan, il Sud Africa, il Brasile.

Le riserve complessive di uranio accertate ammonterebbero a circa 5,5 milioni di tonnellate , corrispondenti a 18-29 Gtep elettrici (dal momento che l'unica energia utilizzabile di una centrale nucleare è quella elettrica. All'atto pratico queste sono sufficienti per alimentare gli attuali 435 impianti in esercizio per circa 50 anni…

Va da se che si pensasse di sostituire, per la produzione di elettricità, tutta l'energia fossile con quella nucleare (fissile) occorrerebbe realizzare alcune migliaia di nuove centrali e quel punto le riserve di uranio si esaurirebbero nel giro di pochissimi anni.

Di fatto già oggi la produzione d'uranio è inferiore al reale fabbisogno degli impianti in esercizio: a fronte di una produzione di uranio annua di circa 41.000 tonnellate, il fabbisogno supera le 69.000 tonnellate. Questo deficit è stato colmato dalle scorte militari derivanti dallo smantellamento delle testate nucleari. Ma queste, per fortuna, nei prossimi anni andranno progressivamente a esaurirsi con conseguente ripercussione sulle possibilità effettive di alimentare i reattori.

Esiste poi la leggenda della possibilità di ottenere l'uranio dall'acqua di mare. Ma di leggenda si tratta. L'uranio è effettivamente presente nelle acque marine ma con concentrazioni bassissime, dell'ordine di circa 3 milligrammi per m3. Qualsiasi studio fatto per estrarre quest'uranio ha dimostrato che la fattibilità tecnica si scontra con i bilanci energetici, di cui occorrerebbe sempre tenere conto. Per intenderci l'estrazione dell'uranio dagli oceani richiede quantità di energia sensibilmente superiori rispetto a quelle che poi l'uranio, così ottenuto, fornirebbe in una centrale elettronucleare e, da che mondo e mondo, quando un bilancio energetico è negativo (energia richiesta maggiore di quella ricavata) si tratta di una strada assolutamente priva di senso... Ovviamente non solo i bilanci energetici sarebbero negativi ma anche gli stessi costi finirebbero con l'essere ancora più proibitivi.

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