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30 marzo 2011

E’ vero che col nucleare l’Italia migliorerà la propria sicurezza energetica e ridurrà la propria dipendenza dal petrolio? E’ falso!

Il nostro Paese non possiede significative riserve di uranio e quindi sarebbe costretto ad importarlo da altri paesi.
I principali produttori di uranio sono il Canada, l'Australia e il Kazakistan. Altri paesi con riserve di un certo interesse sono la Russia, il Niger, la Namibia, l'Uzbekistan, il Sud Africa, il Brasile.
Quindi se decidessimo di puntare sul nucleare per produrre l'energia elettrica sostituiremo la dipendenza dai combustibili fossili con quella dall'uranio: veramente un bell'acquisto… Tutto questo senza considerare che l'uranio è una risorsa assai limitata, che necessita di una complessa filiera (che va dall'estrazione all'arricchimento del minerale) tutta in mano di pochi paesi, quali la Francia, ma non l'Italia. Quindi, oltre alla dipendenza energetica, col nucleare, aggiungeremmo una dipendenza tecnologica. In sostanza per il "sistema Italia" il danno sarebbe doppio…
Peraltro occorre rammentare come il nucleare serve solo a produrre (a caro prezzo) l'energia elettrica, ma l'elettricità rappresenta appena un 20-25% dell'energia complessivamente consumata da un paese industrializzato che, invece, è prevalentemente usata a scopo termico o come combustibili per i trasporti. Forme di energia per cui il nucleare serve piuttosto a poco.
Del resto la Francia, che genera circa il 78% della propria energia elettrica dal nucleare, ha un consumo procapite di petrolio più alto di quello italiano. A dimostrazione, qualora ve ne fosse ancora bisogno, che non è possibile sostituire la polivalenza d'impiego dei combustibili fossili con quelli fissili. E questo si riflette inevitabilmente anche sui livelli delle emissioni procapite di CO2 che, nei due paesi (Francia e Italia), sono sostanzialmente dello stesso ordine di grandezza.

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