L'energia nucleare è troppo costosa e scoraggia gli investitori privati, a meno che non ci siano i Governi nazionali a farsi carico di tutta una serie di costi (decommissioning e gestione scorie in primis…).
E' per tale motivo che negli Stati Uniti dagli anni '80 non si costruiscono nuovi impianti. Gli stessi 8,3 miliardi di dollari recentemente stanziati dalla presidenza Obama per realizzare nuovi reattori costituiscono la migliore prova di quanto questi impianti siano diseconomici, a meno che non ci sia un forte intervento pubblico, che poi sarà pagato dai contribuenti con le proprie tasse.
Ma volendo guardare un poco i numeri di quello che i sostenitori di questa fonte energetica chiamano "rinascimento" nucleare, ci accorgiamo di come stiano realmente le cose: oggi nel mondo sono in costruzione circa 34 impianti, di cui 7 in Cina, 7 in Russia e 6 in India. Osservando però le seguenti figure, è facile constatare come circa il 70% dei reattori nucleari, oggi in funzione, siano stati realizzati fra il 1975 e il 1985: questi impianti dovranno, quindi, essere chiusi entro il 2030 (per superati limiti età). Ciò significa che per mantenere l'attuale potenza nucleare, sarebbe necessario sostituire i circa 250 GW che dovranno essere chiusi.
La realtà, quindi, è che i nuovi impianti in costruzione, sempre che riescano tutti a essere realizzati, non saranno sufficienti neanche a compensare quelli che dovranno essere chiusi per raggiunti limiti di età. Nel 2006 sono entrate in funzione 2 centrali e ne sono state chiuse 8… Nel 2015, nella più ottimistica delle ipotesi, ne potrebbero essere aperte una trentina, ma ne dovranno essere chiuse almeno 90… Nel decennio successivo (cioè tra il 2015 e il 2025), per compensare gli impianti che dovranno essere chiusi, occorrerebbe aprirne ben190, cioè una ventina di impianti all'anno con un programma di investimenti economici ed energetici assolutamente insostenibile, e questo solo per compensare gli impianti da dismettere. A dati sostanzialmente analoghi giunge, di fatto, il recente rapporto "The World Nuclear Industry Status Report 2009" , secondo cui, per mantenere costante la potenza installata, sarebbe necessario realizzare ben 192 nuovi impianti entro il 2020: praticamente uno ogni 19 giorni…
Se si pensa che paesi come la Francia, che nei decenni passati aveva fortemente puntato sul nucleare (soprattutto per costituire un proprio arsenale nucleare indipendente dell'Alleanza Atlantica), oggi ha in costruzione un solo impianto (Flamanville), dove non stanno mancando le difficoltà, comprendiamo bene come non solo il nucleare non sia in crescita ma stia vivendo da tempo una profonda e irreversibile crisi.
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