Nuovi record sul mercato Usa. A Londra picco del Brent a 95,19 dollari
Negli Stati Uniti scorte a -800 mila barili. Washington: "Prezzi troppo alti"
Il petrolio sfonda i 98 dollari al barile
L'euro punta verso la soglia di 1,50
In Italia preoccupazione per diesel e benzina. Bersani: "Paralisi di iniziativa da parte dell'Ue"
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ROMA - Euro e petrolio continuano a bruciare record in una corsa che sembra non aver fine. Il greggio si avvicina ormai alla soglia dei 100 dollari: per gli analisti è solo questione di tempo. Preoccupazione della casa Bianca e del governo italiano.
I timori per i rifornimenti e soprattutto l'euro forte stanno facendo lievitare i prezzi del petrolio che si è spinto fino a 98,62 dollari, per poi ripiegare fino ai 96,42 dollari degli ultimi scambi a New York, mentre la moneta unica ha toccato un massimo di 1,4730 dollari e punta verso la soglia di 1,50.
A Londra il Brent ha superato per la prima volta i 95 dollari spingendosi fino al picco di 95,19. In Italia preoccupano i prezzi del diesel e della benzina che si avvicina sempre più al massimo raggiunto nel luglio 2006 (1,409 euro/litro). Questa mattina sugli impianti Api-IP e Kupit il "prezzo consigliato" per la verde è arrivato a 1,367 euro al litro (+1 centesimo), mentre quello del diesel è di 1,268 euro al litro (+1 centesimo), abbondantemente sopra il massimo toccato ieri da Total (1,259 euro al litro).
E mentre la Casa Bianca fa sentire la propria voce ("I prezzi del petrolio sono troppo alti", ha detto la portavoce Dana Perino), il rischio di un collasso dei rifornimenti, nel caso in cui la produzione non soddisfi più la domanda, è reale. Anche l'Agenzia internazionale dell'energia avverte: sarà un colpo "definitivo" per l'economia mondiale.
Conferme ai timori arrivano dal nuovo calo, seppur inferiore alle attese, delle scorte settimanali negli Stati Uniti: -800 mila barili a 311,9 milioni contro le attese di una flessione di 900 mila barili. Anche le giacenze di benzina hanno registrato un calo di 800 mila barili a 194,3 milioni rispetto alle stime di un aumento di 100 mila barili. Crescono invece i distillati: +100 mila barili a 135,4 milioni contro le attese di un calo di 400 mila barili.
Le speculazioni che coinvolgono il mercato del petrolio e quello dei cambi vengono spiegate con la debolezza della moneta verde vengono spiegate. Ma alla corsa del greggio contribuiscono anche le tensioni in Medio Oriente e la costante ascesa della domanda di olio combustibile in tutto il mondo, soprattutto India e Cina. Un eccesso di domanda che, se non dovesse trovare compensazione in un aumento della quota di produzione Opec che al momento non appare così probabile, potrebbe portare a nuove impennate del prezzo del petrolio.
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(7 novembre 2007)
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