Dal rapporto Burtland ad oggi sono passati 20 anni. Una frase così semplice ha trovato tanti ostacoli lungo il suo cammino. Il blog nasce per raccogliere in un unico posto tante notizie, informazioni e documenti che giornalmente raccolgo su Internet. Il WEB 2.0 deve diventare una realtà
23 novembre 2007
Eco-casa, basso impatto e basso costo
E vendendo l'energia solare si rientra di metà delle spese
ROMA - Una casa colorata, che lascia spazio alla fantasia personale. Che si apre ai vicini mettendo in comune i servizi. Che utilizza la luce per dare elettricità e bellezza. E, soprattutto, che costa poco all'ambiente e al portafoglio di chi ci vive. È la casa a basso impatto e a basso costo, 100 metri quadrati a 100 mila euro, che sarà presentata oggi all'inaugurazione della Fiera Campionaria tornata a Milano, dopo 16 anni di assenza, sotto il segno della soft economy, trasformata nella Campionaria delle qualità italiane.
La eco-casa che fa da manifesto all'iniziativa è firmata da Symbola, la fondazione che assieme alla Fiera di Milano ha curato la Campionaria, e da Mario Cucinella, l'architetto che ha progettato l'Istituto di ricerca italo-cinese di Pechino, biglietto da visita dell'architettura ecologica italiana. Non è una casa che già esiste, ma un progetto che sarà la base di un bando di gara.
L'idea è nata mettendo assieme tre difficoltà legate all'abitare per trasformarle in una possibilità. Il primo problema sono i costi: il 18 per cento che vive in affitto paga in media un canone di 340 euro al mese, mentre il 14 per cento di chi possiede le mura in cui vive paga un mutuo che in media è pari a 458 euro. Il secondo problema è che in vent'anni i consumi energetici di una famiglia tipo sono raddoppiati. Il terzo è che il raddoppio ha comportato una forte crescita delle emissioni di anidride carbonica e dunque una spinta verso l'esasperazione del rischio climatico.
Di qui la voglia di disegnare non una singola casa, ma un modo di progettare lo spazio necessario a varie famiglie per ridurre il costo dell'abitare in termini di denaro, energia ed emissioni inquinanti. "Il nostro slogan per la casa che costa 100 mila euro è: 50 mila li paghi tu, 50 mila li paga il sole", spiega Cucinella. "Abbiamo fatto i conti in tasca a chi abiterà questi appartamenti e abbiamo scoperto che, utilizzando le opportunità assicurate dal conto energia, cioè vendendo l'energia elettrica dei pannelli fotovoltaici, si può rientrare di metà delle spese".
Ecco i numeri che reggono il ragionamento. Settanta metri quadrati di tetto coperto di pannelli danno 3 mila chilowattora all'anno. Si spendono 18.681 euro per l'impianto e si guadagnano (tra la vendita dell'elettricità e il risparmio) 1.860 euro l'anno. Dieci anni e il gioco è fatto: l'impianto è ripagato e da quel momento in poi si trasforma in rendita.
Il progetto Symbola-Cucinella si allarga anche ad altri aspetti del problema ambientale. "È una casa componibile in cui solo la cornice è già disegnata", continua Cucinella. "Gli spazi interni vanno personalizzati, mentre quelli esterni vengono socializzati e permettono di mettere in comune una serie di strutture, dalle rampe di accesso per le bici alla lavanderia, e di oggetti. Ad esempio ho scoperto che la vita media di un trapano da casa, cioè il totale del tempo in cui rimane attivo prima di essere buttato, è in media 10 minuti: vale la pena di tenerne uno in ogni appartamento?"
La Cina Sostenibile????
Riprendendo un articolo uscito su repubblica web di stamattina
Si sa che il protocollo di Kyoto è fermo al palo. Le emissioni non diminuiscono,
Nel 2020 il 20 per cento dell'energia arriverà da idrico, eolico e solare: cifre da far invidia all'Europa
Cina, il futuro energetico è rinnovabile
studio ambientalista ribalta i luoghi comuni
"Se continuano così diventeranno i leader mondiali della produzione verde"
Cina, il futuro energetico è rinnovabile
studio ambientalista ribalta i luoghi comuni
Ogni settimana in Cina viene costruita una nuova centrale a carbone. Questo dato, ripetuto come un ossessivo ritornello, è diventato il cavallo di battaglia di tutti i detrattori del Protocollo di Kyoto e spesso è usato come una clava contro i fautori di un sistema energetico più sostenibile. Un rapporto curato dal Worldwatch Institute, una delle più antiche e prestigiose organizzazioni ambientaliste americane, sembra ora ridimensionare fortemente la portata di questo luogo comune.
Quando il segretario Hu Jintao nel corso del XVII congresso del Partito comunista cinese ha annunciato la necessità per il Paese di imboccare la strada dello sviluppo sostenibile evidentemente non stava bluffando. Lo studio Powering China's Development: The Role of Renewable Energy pubblicato in questi giorni dal ricercatore Eric Martinet e da Li Junfeng, il vice presidente della società cinese per l'energia rinnovabile, illustra uno scenario molto diverso da quello che siamo soliti associare al colosso asiatico.
Nello sfruttamento delle fonti rinnovabili, si legge nel rapporto, la Cina è sulla buona strada per raggiungere e probabilmente superare il suo obiettivo di produrre entro il 2020 il 15% dell'energia da idroelettrico, sole, vento e biomasse, toccando quota 400 gigawatt, il triplo degli attuali 135 gigawatt prodotti. Un risultato che potrebbe quindi avvicinarsi molto all'ambizioso traguardo del 20% fissato per lo stesso anno dall'Unione Europea, riconosciuto leader mondiale nella lotta ai cambiamenti climatici. La performance positiva di Pechino, stando ancora alla ricerca, potrebbe poi portare il paese a raggiungere quota 30% nel 2050.
"E' vero - spiega il direttore del Worldwatch Institute Cristopher Flavin - quando, nell'aprile del 2007, ho visitato Pechino sono rimasto scosso dallo smog nero che oscura la vista delle montagne a nord della città. Ma durante la mia settimana di incontri nella capitale sono rimasto ancora più colpito da un altro aspetto che inizia ora a essere svelato: la crescita esplosiva di industria del solare e dell'eolico".
Entrando nel dettaglio, la ricerca ricorda che al momento Pechino ricava da fonti rinnovabili l'8 per cento della sua energia e il 17 per cento della sua elettricità. Cifre destinate a diventare nel 2020 rispettivamente almeno il 15 e il 21 per cento. Se la parte del leone continuerà a farla l'idroelettrico, a trainare il balzo in avanti, secondo Martinet e Junfeng, saranno solare ed eolico. In Cina, ricordano i due ricercatori, la produzione di turbine a vento e di celle fotovoltaiche nel 2006 si è raddoppiata, lasciando presagire nel giro di un triennio il sorpasso di Europa e Giappone, che attualmente in questi due settori detengono la leadership mondiale. Aggiungendo così un nuovo primato a quelli già conquistati nel minidrico e nel solare termico.
Perché le promesse dell'attuale tendenza vengano mantenute, il rapporto del Worldwatch Institute sottolinea che è necessario che la Cina continui a migliorare la qualità tecnologica dei suoi prodotti, la formazione della sua manodopera specializzata e la politica di incentivi economici e normativi a favore delle rinnovabili. "Ma - conclude il rapporto - visto il forte impegno di Pechino nel voler diventare un paese leader nella produzione industriale legata alle fonti rinnovabili e viste le sue preoccupazioni per la sicurezza energetica, la certezza degli approvvigionamenti, l'inquinamento dell'aria e i cambiamenti climatici, il futuro dell'energia rinnovabile in Cina appare brillante".
(21 novembre 2007)
9 novembre 2007
Biomasse, batteri, biocombustibili | Le Scienze
Biomasse, batteri, biocombustibili
L'utilizzo di batteri fotosintetici rinnovabili nella produzione di biocombustibili elimina la necessità di costosi e complessi processi di lavorazione"Questo progetto illustra come dare il via a una ricerca ad alto impatto che coinvolga istituzioni, industria e università verso un unico obiettivo per risolvere un problema sociale urgente", ha spiegato George Poste, direttore del Biodesign Institute dell'Arizona State University. L'utilizzo di batteri fotosintetici rinnovabili nella produzione di biocombustibili elimina la necessità di costosi e complessi processi di lavorazione.
Inoltre, le colture microbiche su larga scala, che sfruttano l'energia solare e impianti con un basso impatto ambientale, possono essere realizzate anche su terreni aridi. "Un imperativo delle iniziative sulla sostenibilità globale dell'Arizona State University è quello di impegnarsi a fornire soluzioni innovative per i problemi del traffico veicolare del pianeta", ha commentato Michael Crow, presidente della stessa Università.
"Potremmo sfruttare la nostra maggiore risorsa, ovvero l'abbondande insolazione de Sudovest, come primo elemento catalizzatore delle nuove scoperte che potrebbero portare benefici alla nostra regione."
"La tecnologia delle fonti rinnovabili è una via promettente, in grado di garantire un'alto rapporto biomassa/combustibile. In particolare, poiché i batteri sono dipendenti, per la loro crescita, dal biossido di carbonio, si tratta di una fonte energetica potenzialmente senza emissioni. La produzione di biocombustibili dai batteri permette alla tecnologia di essere piazzata adiacente agli impianti di potenza, e di sfruttarne le emissioni di anidride carbonica." ( fc)
Il petrolio sfonda i 98 dollari al barile L'euro punta verso la soglia di 1,50 - economia - Repubblica.it
Nuovi record sul mercato Usa. A Londra picco del Brent a 95,19 dollari
Negli Stati Uniti scorte a -800 mila barili. Washington: "Prezzi troppo alti"
Il petrolio sfonda i 98 dollari al barile
L'euro punta verso la soglia di 1,50
In Italia preoccupazione per diesel e benzina. Bersani: "Paralisi di iniziativa da parte dell'Ue"
Confindustria: l'indice dei valori delle materie prime a ottobre registra un aumento dell'1,8%
ROMA - Euro e petrolio continuano a bruciare record in una corsa che sembra non aver fine. Il greggio si avvicina ormai alla soglia dei 100 dollari: per gli analisti è solo questione di tempo. Preoccupazione della casa Bianca e del governo italiano.
I timori per i rifornimenti e soprattutto l'euro forte stanno facendo lievitare i prezzi del petrolio che si è spinto fino a 98,62 dollari, per poi ripiegare fino ai 96,42 dollari degli ultimi scambi a New York, mentre la moneta unica ha toccato un massimo di 1,4730 dollari e punta verso la soglia di 1,50.
A Londra il Brent ha superato per la prima volta i 95 dollari spingendosi fino al picco di 95,19. In Italia preoccupano i prezzi del diesel e della benzina che si avvicina sempre più al massimo raggiunto nel luglio 2006 (1,409 euro/litro). Questa mattina sugli impianti Api-IP e Kupit il "prezzo consigliato" per la verde è arrivato a 1,367 euro al litro (+1 centesimo), mentre quello del diesel è di 1,268 euro al litro (+1 centesimo), abbondantemente sopra il massimo toccato ieri da Total (1,259 euro al litro).
E mentre la Casa Bianca fa sentire la propria voce ("I prezzi del petrolio sono troppo alti", ha detto la portavoce Dana Perino), il rischio di un collasso dei rifornimenti, nel caso in cui la produzione non soddisfi più la domanda, è reale. Anche l'Agenzia internazionale dell'energia avverte: sarà un colpo "definitivo" per l'economia mondiale.
Conferme ai timori arrivano dal nuovo calo, seppur inferiore alle attese, delle scorte settimanali negli Stati Uniti: -800 mila barili a 311,9 milioni contro le attese di una flessione di 900 mila barili. Anche le giacenze di benzina hanno registrato un calo di 800 mila barili a 194,3 milioni rispetto alle stime di un aumento di 100 mila barili. Crescono invece i distillati: +100 mila barili a 135,4 milioni contro le attese di un calo di 400 mila barili.
Le speculazioni che coinvolgono il mercato del petrolio e quello dei cambi vengono spiegate con la debolezza della moneta verde vengono spiegate. Ma alla corsa del greggio contribuiscono anche le tensioni in Medio Oriente e la costante ascesa della domanda di olio combustibile in tutto il mondo, soprattutto India e Cina. Un eccesso di domanda che, se non dovesse trovare compensazione in un aumento della quota di produzione Opec che al momento non appare così probabile, potrebbe portare a nuove impennate del prezzo del petrolio.
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(7 novembre 2007)
Clima, la California di Schwarzy fa causa al governo federale - ambiente - Repubblica.it
Clima, la California di Schwarzy fa causa al governo federale - ambiente - Repubblica.it
Firmata la dichiarazione di Port-Cross sulle Aree Marine Protette del Mediterraneo
Firmata la dichiarazione di Port-Cross sulle Aree Marine Protette del Mediterraneo
L'importanza cruciale delle aree marine protette per la conservazione della biodiversità e le risorse del Mar Mediterraneo è stata ribadita dalla Dichiarazione di Port-Cros, firmata in occasione della Conferenza della Rete delle AMP del Mediterraneo - MEDPAN, 24-27 ottobre 2007, a Porquerolles, nel Parco Nazionale di Port-Cros (Francia). La Dichiarazione è stata approvata all'unanimità dai partecipanti alla Conferenza, più di 120 esperti della conservazione marina, facenti parte degli organismi di gestione delle AMP del Mediterraneo, di diversi governi, di organizzazioni non governative, intergovernative e internazionali e della comunità scientifica.La Dichiarazione invita alla collaborazione per creare una rete ecologica coerente, rappresentativa ed efficacemente gestita di AMP entro il 2012, e caldeggia la cooperazione tra le diverse sponde del Mediterraneo e la condivisione di conoscenze e di esperienze, al fine di rafforzare l'efficacia di gestione delle AMP. Nel documento, inoltre, viene ribadita la necessità di realizzare piani di azione, miranti a risolvere i problemi attuali di gestione, a preservare l'immenso patrimonio naturale mediterraneo ed a favorire lo sviluppo armonioso delle comunità che vi vivono, anche attraverso la messa a disposizione di risorse finanziarie e umane adeguate. La Dichiarazione sarà presentata alla prossima Riunione dei Governi dei Paese aderenti alla Convenzione di Barcellona, nel gennaio 2008. Federparchi è tra i firmatari della Dichiarazione, anche in considerazione della centralità del tema delle aree marine nel panorama dell'esperienza italiana.
Il testo della Dichiarazione di Port-Cros è disponibile in inglese e francese nella Sezione "Documents" del sito: www.medpan.org
Berlusconi nega l'editto bulgaro "Soltanto critica alla tv pubblica" - cronaca - Repubblica.it
Il leader di Forza Italia torna sulle accuse di aver cacciato
Enzo Biagi dalla televisione di Stato quando era al governo
Berlusconi nega l'editto bulgaro
"Soltanto critica alla tv pubblica"
né ho mai detto che questi signori non dovevano fare televisione": con queste parole Silvio Berlusconi, dopo la morte di Enzo Biagi, torna sulle accuse di aver cacciato - quando era la governo - il grande giornalista dalla tv pubblica.
"Tutto e' stato sconvolto - continua l'ex presidente del Consiglio - la verità è che io criticai, e la critica è ancora valida, come veniva usata la tv, soprattutto quella pubblica, pagata con i soldi di tutti e dissi che i dirigenti nuovi che verranno dovranno evitare che ciò si ripeta. Non c'era nessuna intenzione di far uscire dalla televisione e neppure di porre veti alla permanenza in tv di chicchessia. Quindi ancora una volta è stato tutto deformato dalla sinistra.
Berlusconi scatenò la polemica in una conferenza stampa svoltasi in occasione di una visita ufficiale a Sofia il 18 aprile 2002. "L'uso che Biagi, Santoro, ... come si chiama quell'altro ... Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga".
SENZA PAROLE......................
(7 novembre 2007)
Tonini all'attacco ad Annozero "Biagi lo hanno ucciso" - cronaca - Repubblica.it
Il cardinale ricorda con parole durissime l'allontanamento del giornalista dalla Rai "Dava fastidio, non era utile: lo hanno ostracizzato come in Grecia"
Tonini all'attacco ad Annozero
"Biagi lo hanno ucciso"
Il cardinale Ersilio Tonini
"La Rai si è derubata - prosegue Tonini, nel corso del programma televisivo tutto dedicato alla vicenda del giornalista - c'era un tranello, una motivazione che non era degna. Ero suo amico e sono anche un uomo che conosce un po' la realtà. Biagi non è stato solo un uomo della tv, ma anche una persona che ha combattuto per la giustizia e la libertà, un uomo di una schiettezza piena. Non si possono trattare gli uomini come pezzi da giocare. Allora si torna alla Grecia, all'ostracismo. Non è una bella epoca".
Tonini ricordato poi la "coerenza, la sincerità e la schiettezza" dell'uomo con il quale, ricorda, "abbiamo girato l'Italia insieme. Biagi ha lottato, aveva dei forti convincimenti ed era molto modesto. Non è stato capito. Dava fastidio, non era utile ed è stato buttato fuori".
All'inizio della trasmissione, anche Santoro - altra vittima dell'editto bulgaro - ricorda la figura del giornalista: "Con Enzo Biagi abbiamo avuto dei momenti molto aspri, ma alla fine siamo diventati amici. Ma non per l'editto bulgaro, che è avvenuto dopo la nostra amicizia. Lo siamo diventati perchè abbiamo deciso di batterci, informando gli italiani del fatto che concentrare tanto potere nelle mani di una sola persona poteva costituire un pericolo per la democrazia".
(8 novembre 2007)
Lo schiavismo italiano condannato dall'ONU
Perchè questo post in un blog che parla di sviluppo sostenibile. Di certo non perchè anch'io faccio parte della generazione mille euro (ma chi sono i fortunati che ricevono i mille euro al mese, io no di certo - si lamentano pure sti str....). Il concetto di sviluppo sostenibile è fortemente connesso all'equità sociale. Se il concetto di pari accesso alle risorse non è applicato in una democrazia avanzata come la nostra (sic?) come può esserlo nei paesi in via di sviluppo dove la disuguaglianza sociale si accompagna a mere condizioni sanitarie e ambientali?
6 novembre 2007
Torre Guaceto diventa " Area specialmente protetta"
Tale prestigioso riconoscimento inserisce Torre Guaceto come area idonea a rappresentare il patrimonio di biodiversità nel Mediterraneo e conferma l'importanza di tutelare i delicati habitat marini presenti nella nostra Riserva.
Il presidente Vincenzo Epifani annuncia questo conferimento con grande soddisfazione e sottolinea che tale approvazione è frutto delle attività di pianificazione svolte fino ad oggi dal Consorzio di Gestione quali il Piano di gestione del Sic e il Piano Triennale della Riserva Marina, il Sistema di Gestione Ambientale ISO14001 - EMASII e gli interventi di regolamentazione della piccola Pesca Professionale nella zona C dell'AMP.
Tali interventi di fatto permettono la tutela, la conservazione e la valorizzazione dell'ambiente e degli habitat esistenti attraverso l'utilizzo sostenibile del mare.
Sull'eolico ambientalisti senza pace ora è scontro anche nell'oasi Marche - ambiente - Repubblica.it
Sull'eolico ambientalisti senza pace ora è scontro anche nell'oasi Marche
Una veduta si Serravalle di Chienti, dove dovrebbe sorgere l'impianto eolico ROMA - Doveva essere la frontiera della pace ritrovata, si sta trasformando in una nuova trincea di guerra. La progettazione di due impianti eolici nelle Marche rischia di tornare a inasprire le divisioni dell'universo ambientalista su come, quando e dove costruire le grandi pale per ricavare energia dalla forza del vento. Da una parte Italia Nostra, Wwf, Lipu, Comitati nazionali del paesaggio e Club alpino italiano, fermamente decisi a difendere la bellezza dell'Appennino maceratese e a impedire la nascita di due nuove centrali nella Comunità montana di Camerino, a ridosso dei comuni di Serravalle di Chienti, Montecavallo e Pieve Torina. Dall'altra parte Legambiente e Greenpeace, convinte invece che il passaggio a un sistema energetico sostenibile valga qualche piccolo sacrificio a spese della bellezza delle vallate.
Il conflitto in corso sui progetti marchigiani non è certo l'unico e neppure il più duro: recentemente i due fronti si sono dati battaglia in Toscana, dove il Tar su richiesta di Italia Nostra ha fermato l'impianto di Scansano, costringendo Legambiente a costituirsi parte civile davanti al Consiglio di Stato; in Molise, dove al centro dello scontro c'è il primo progetto di eolico offshore in Italia; sui monti del Sannio, all'incrocio tra Molise, Puglia e Campania, dove la contrapposizione riguarda la possibilità di impiantare sedici torri.
Inoltre, ad allontanare ancora di più i due schieramenti, il giro di vite imposto dal ministero dell'Ambiente per l'introduzione dell'eolico. Se il fronte dei critici ha salutato l'iniziativa con favore, Legambiente e Greenpeace hanno avuto la reazione opposta, scrivendo un'allarmata lettera congiunta al ministro Pecoraro Scanio.
Lo scontro delle Marche rispetto agli altri ha però un grandissimo valore simbolico. Poco più di due anni fa i criteri scelti nella regione per sfruttare il suo potenziale eolico erano stati salutati infatti da Wwf e Legambiente come "la lezione marchigiana" e "il decalogo di Fiuminata". In vista della progettazione di un impianto nel piccolo comune al confine con l'Umbria, non distante dal luogo dove dovrebbero sorgere gli altri due ora al centro della polemica, le due associazioni ambientaliste e un gruppo di parlamentari avevano sottoscritto insieme alle istituzioni locali un "decalogo dell'eolico sostenibile" che aveva messo finalmente tutti d'accordo. Al centro dell'intesa c'era in particolare l'impegno del Comune a garantire il controllo rigoroso dell'impatto ambientale e paesaggistico e l'utilizzo di parte delle risorse ricavate in politiche di sviluppo sostenibile.
I progetti in ballo nella Comunità montana di Camerino paradossalmente rafforzano ulteriormente quei criteri, ma quella che era stata ribattezzata "la pax ecologica" ha lasciato ora il posto a una dura contrapposizione.
"Si tratta di due impianti che dovrebbero sorgere in un'unica macroarea, uno composto di sette macchine da due megawatt ciascuna e un altro da diciassette macchine, anche queste da due megawatt ciascuna", spiega Andrea Perduca, responsabile dell'eolico per la Sorgenia. "Uno dei due è nostro - racconta ancora - l'altro è gestito direttamente da una Srl creata dalla Comunità montana. Ora le carte sono al vaglio della commissione regionale per la valutazione di impatto ambientale, che deciderà a giorni. Noi siamo tranquilli perché la scelta del territorio non è stata casuale, ma rientra in uno dei rari casi di pianificazione regionale".
A individuare la zona in questione è stato infatti il Pear delle Marche, il Piano energetico ambientale regionale, dopo un lungo lavoro preparatorio. "Abbiamo tenuto conto di tutti i vincoli presenti sul territorio, degli studi commissionati alle università regionali sul valore botanico delle zone e anche della presenza faunistica, compresa la valutazione delle rotte migratorie degli uccelli", ricorda la responsabile del Pear, l'architetto Silvia Catalino. Un piano, caso più unico che raro, che punta molto, fissando quote e percentuali, su microproduzione distribuita, fonti rinnovabili e cogenerazione, impegnando chi realizza le nuove centrali a reinvestire gli utili nella valorizzazione del territorio.
Linee di intervento, concorda Edoardo Zanchini di Legambiente, che sono da sempre cavalli di battaglia degli ecologisti. "Francamente prendersela con le Marche mi pare dura", aggiunge cercando di non infiammare gli animi ancora di più. Ancora più netto il giudizio di Giuseppe Onufrio di Greenpeace: "Le grida contro l'eolico sono voci a favore delle tecnologie fossili se non del nucleare e come tali le attacchiamo decisamente. Si possono mitigare alcuni impatti, ma ribadiamo un concetto fondamentale per noi: i cambiamenti climatici sono la priorità ambientale in assoluto e queste posizioni contro l'eolico sono antiambientali".
Ma il punto di vista del Wwf è un altro. "Vale per l'eolico quello che diciamo anche per i rigassificatori e per le altre infrastrutture energetiche: non si può andare avanti senza una seria pianificazione nazionale", osserva il segretario generale Michele Candotti. "Per questo - aggiunge - ci accingiamo a presentare un documento la cui bozza abbiamo già inviato a enti centrali e locali per instaurare degli strumenti di valutazione che tengano conto della potenza degli impianti, del loro impatto sul territorio e dell'interazione con i vincoli che insistono sulle varie zone. In un Paese che procede per conflitti ideologici, la nostra vuole essere anche una provocazione, offrendo uno strumento di pianificazione che consenta di fare finalmente le cose per bene".
(5 novembre 2007)
Ambiente, il mondo dice sì agli eco-sacrifici - ambiente - Repubblica.it
dice sì agli eco-sacrifici ROMA - L'energia verde è un brand di successo. E' la conclusione a cui è arrivata la Bbc dopo aver intervistato 22 mila persone in 21 paesi del mondo. La doppia pressione del costo del petrolio, che sale come un geyser, e del cielo, che si gonfia di gas serra, ha spinto quattro intervistati su cinque a dichiararsi disposti a modificare le proprie abitudini quotidiane per dare più certezza al futuro. Una buona quota di questo 83 per cento di persone che ritengono un cambiamento degli stili di vita 'probabilmente' o 'sicuramente' necessario propende per scelte radicali. Tra i paesi più determinati a spostarsi verso le fonti energetiche a basso impatto ambientale ci sono la Spagna (per il 68 per cento è assolutamente necessario), l'Italia (62 per cento), la Cina (59 per cento). Sul fronte opposto troviamo molti paesi che devono ancora affrontare il salto verso la fase post-industriale (Nigeria, Egitto, Kenya) e, a sorpresa, gli Stati Uniti, dove solo il 19 per cento degli intervistati considera assolutamente necessario cambiare le proprie abitudini di tutti i giorni.
Se sulla volontà di modificare il rapporto quotidiano con l'energia il consenso, con le eccezioni indicate, è molto largo, sulla terapia per mettere in sicurezza il cielo i giudizi sono più articolati. Per frenare i consumi bisogna far crescere il costo dell'energia? Rispondono sì il 79 per cento degli intervistati in Cile, il 77 per cento in Gran Bretagna, il 72 per cento in Canada, il 70 per cento in Germania, il 65 per cento negli Stati Uniti, il 64 per cento in Brasile, il 61 per cento in Messico e in Francia. Contro tendenza vanno Italia e Russia, che restano sotto il 50 per cento. Un giudizio che la Bbc collega al costo dell'energia particolarmente alto in questi due paesi e alla scarsa propensione a veder salire ancora il livello di tassazione: in Italia solo il 35 per cento si dichiara disposto a un aumento del prelievo fiscale energetico non finalizzato.
In sostanza gli italiani sono disposti a spendere di più per l'energia pulita solo in maniera mirata, comprando da un fornitore di cui si fidano. "E' una linea di tendenza molto netta, documentata da una recente ricerca della Makno", ricorda il segretario del Wwf Michele Candotti. "E del resto, nel contesto italiano, non è sbagliato pretendere di più allo stesso prezzo: nel dossier che abbiamo appena completato, "Un milione di condomini efficienti", si dimostra che passare da una caldaia a gasolio a una caldaia a condensazione dimezza i costi in bolletta oltre che le emissioni di anidride carbonica".
Anche secondo lo studio commissionato lo scorso ottobre dal Gestore servizi elettrici (Gse) e condotto dall'Istituto di ricerche economiche e sociali (Ires) intervistando mille persone, oltre il 50 per cento degli italiani è pronto a pagare qualcosa in più ogni bimestre sulla bolletta di casa per rifornirsi di energia rinnovabile, con il 19 per cento che sarebbe disposto a contribuire con una quota fino a 10 euro al mese e il 16 per cento disponibile a pagare in bolletta fino a 50 euro in più.
"Il sondaggio della Bbc conferma che la preoccupazione per il cambiamento climatico è alta in quasi tutti i paesi, ed è particolarmente interessante il livello di attenzione che esiste in Cina", commenta Gianni Silvestrini, direttore del Kyoto Club, il cartello delle industrie impegnate in campo ambientale. "Nonostante una comprensibile resistenza a un aumento indiscriminato della pressione fiscale, l'Italia appare in linea con questo trend. E infatti da una recente ricerca condotta da Abacus risulta che la maggior parte degli intervistati chiede di puntare sul solare e l'82 per cento è favorevole all'installazione di impianti eolici nel proprio Comune. Secondo un'altra ricerca di mercato, della Ipsos, per il 60 per cento degli italiani l'elemento determinante per decidere che tipo di energia usare è che sia sicura e poco inquinante".
31 ottobre 2007
LA LNG ACCETTA LA VIA: MISTERIOSA INCOERENZA
Come volevasi dimostrare:
Cosa è cambiato? Perché la società inglese, forte delle sue sicurezze, non si rifiuta di chiedere la VIA andando incontro all'annullamento dell'autorizzazione per poi impugnarlo in sede giudiziaria? Quale illuminazione ha avuto? Cosa teme e in che cosa spera? Quali fatti nuovi la inducono a questa rocambolesca manovra accompagnata da una contorsionistica motivazione?
Mistero! Un mistero che però ci preoccupa perché la scelta in esso racchiusa si colloca nell'alveo di una tortuosa vicenda che è sorta nelle conventicole di certi Palazzi, che ha mortificato diritti essenziali delle nostre popolazioni e delle loro rappresentanze democratiche e che si è poi nutrita delle sconcertanti corruzioni e degli inauditi abusi messi in luce da una complessa inchiesta penale che si avvia oramai verso le sue fasi conclusive. Un mistero che segnaliamo all'attenzione dell'opinione pubblica locale, alle forze politiche, alle istituzioni democratiche ed alle competenti autorità perché venga attivata la massima vigilanza sugli sviluppi di una vertenza che non può che concludersi con un responso di assoluta incompatibilità dell'impianto per le ragioni che sono sotto gli occhi di tutti. Ragioni per le quali ci siamo sempre opposti ad una VIA postuma ed abbiamo sempre chiesto l'annullamento immediato per liberare la città da un incubo che da anni la soffoca e per sbarrare la strada a qualsiasi ulteriore oscura manovra.
Brindisi, 30 martedì 2007
Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione "Dott. Antonio Di Giulio", Fondazione "Prof. Franco Rubino", A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell'Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino "Mo' Basta!", Comitato Brindisi Porta d'Oriente.
3 settembre 2007
Il mondo dei se...
Monty's Reflection: Fuck me? Fuck you! Fuck you and this whole city and everyone in it.
Fuck the panhandlers, grubbing for money, and smiling at me behind my back.
Fuck squeegee men dirtying up the clean windshield of my car. Get a fucking job!
Fuck the Sikhs and the Pakistanis bombing down the avenues in decrepit cabs, curry steaming out their pores and stinking up my day. Terrorists in fucking training. Slow the fuck down!
Fuck the Chelsea boys with their waxed chests and pumped up biceps. Going down on each other in my parks and on my piers, jingling their dicks on my Channel 35.
Fuck the Korean grocers with their pyramids of overpriced fruit and their tulips and roses wrapped in plastic. Ten years in the country, still no speaky English?
Fuck the Russians in Brighton Beach. Mobster thugs sitting in cafés, sipping tea in little glasses, sugar cubes between their teeth. Wheelin' and dealin' and schemin'. Go back where you fucking came from!
Fuck the black-hatted Chassidim, strolling up and down 47th street in their dirty gabardine with their dandruff. Selling South African apartheid diamonds!
Fuck the Wall Street brokers. Self-styled masters of the universe. Michael Douglas, Gordon Gecko wannabe mother fuckers, figuring out new ways to rob hard working people blind. Send those Enron assholes to jail for fucking life! You think Bush and Cheney didn't know about that shit? Give me a fucking break! Tyco! Imclone! Adelphia! Worldcom!
Fuck the Puerto Ricans. 20 to a car, swelling up the welfare rolls, worst fuckin' parade in the city. And don't even get me started on the Dom-in-i-cans, because they make the Puerto Ricans look good.
Fuck the Bensonhurst Italians with their pomaded hair, their nylon warm-up suits, and their St. Anthony medallions. Swinging their, Jason Giambi, Louisville slugger, baseball bats, trying to audition for the Sopranos.
Fuck the Upper East Side wives with their Hermés scarves and their fifty-dollar Balducci artichokes. Overfed faces getting pulled and lifted and stretched, all taut and shiny. You're not fooling anybody, sweetheart!
Fuck the uptown brothers. They never pass the ball, they don't want to play defense, they take fives steps on every lay-up to the hoop. And then they want to turn around and blame everything on the white man. Slavery ended one hundred and thirty seven years ago. Move the fuck on!
Fuck the corrupt cops with their anus violating plungers and their 41 shots, standing behind a blue wall of silence. You betray our trust!
Fuck the priests who put their hands down some innocent child's pants. Fuck the church that protects them, delivering us into evil. And while you're at it, fuck JC! He got off easy! A day on the cross, a weekend in hell, and all the hallelujahs of the legioned angels for eternity! Try seven years in fuckin Otisville, Jay!
Fuck Osama bin Laden, al-Qaeda, and backward-ass, cave-dwelling, fundamentalist assholes everywhere. On the names of innocent thousands murdered, I pray you spend the rest of eternity with your seventy-two whores roasting in a jet-fueled fire in hell. You towel headed camel jockeys can kiss my royal, Irish ass!
Fuck Jacob Elinski, whining malcontent.
Fuck Francis Xavier Slaughtery, my best friend, judging me while he stares at my girlfriend's ass.
Fuck Naturel Rivera. I gave her my trust and she stabbed me in the back. Sold me up the river. Fucking bitch.
Fuck my father with his endless grief, standing behind that bar. Sipping on club soda, selling whiskey to firemen and cheering the Bronx Bombers.
Fuck this whole city and everyone in it. From the row houses of Astoria to the penthouses on Park Avenue. From the projects in the Bronx to the lofts in Soho. From the tenements in Alphabet City to the brownstones in Park slope to the split levels in Staten Island. Let an earthquake crumble it. Let the fires rage. Let it burn to fuckin ash then let the waters rise and submerge this whole, rat-infested place.
Monty: No. No, fuck you, Montgomery Brogan. You had it all and then you threw it away, you dumb fuck!
[He tries to rub away the words.]
20 luglio 2007
È guerra tra biocarburanti e spaghetti
Le coltivazioni di grano duro sono sostituite dal mais e i prezzi salgono alle stelle.
L'ecobenzina infiamma i prezzi del grano - È guerra tra biocarburanti e spaghetti
Boom del granturco per la benzina ecologica, la pasta rincarerà del 20%
di MAURIZIO RICCI
ROMA - Altro che rivolta delle tortillas, con i messicani infuriati per il prezzo sparato alle stelle dalla corsa all'etanolo. Adesso tocca a noi: spaghetti contro ecobenzina. Da qui a settembre, annuncia l'Unipi, l'associazione dei produttori di pasta italiani, il mezzo chilo di spaghetti rincarerà fino al 20 per cento.
Ma anche il grano duro italiano è diventato più caro: sul mercato di Foggia -
Ma che c'entra l'etanolo? Il rincaro generalizzato delle derrate alimentari a cui stiamo assistendo è dovuto, in parte, ad un'annata pessima, meteorologicamente, per i raccolti, ma il grosso degli aumenti di prezzo, secondo gli esperti, è effetto del rimbalzo a 360 gradi del boom della materia prima per l'etanolo. Simon Johnson, capoeconomista del Fmi, parlava ieri di "sorprendente impennata dei prezzi da primavera", sottolineando che l'etanolo "ha prodotto uno shock macroeconomico". In effetti, il biocarburante oggi più di moda si fa in Brasile con la canna da zucchero e, nel resto del mondo, soprattutto processando le pannocchie di granturco, con il quale si fa semmai la polenta, non gli spaghetti. Ma l'irresistibile attrazione esercitata sugli agricoltori dal raddoppio del prezzo del granturco e dalle previsioni di una domanda in crescita esplosiva, per far fronte alla richiesta di etanolo, li sta portando a cambiare coltivazione, spiazzando gli altri prodotti. Più conveniente produrre mais o girasoli - da cui si ricava l'altro ecocarburante, il biodiesel - che, ad esempio, grano. Il risultato è che l'offerta degli altri prodotti si restringe. "La Siria ha bloccato l'export di grano, il Canada non ne venderà fino a novembre" elenca Rummo. Anche l'Australia ha ridotto le forniture. Dagli agricoltori agli hedge funds, tutti stanno speculando sui rincari. Ma non finisce qui. Perché neanche il granturco basta più, per l'etanolo e per il suo uso tradizionale.
Il mais ha un posto di assoluto rilievo nella catena alimentare, molto al di là di polenta e tortillas. Soprattutto negli Stati Uniti, il più grande mercato del mondo per il cibo. Prodotti diversi come il Gatorade e gli hamburger partono dal granturco. Prendete i "chicken nuggets", i bocconcini di pollo di McDonald's: il pollo è stato cresciuto a granturco, ed è granturco la farina che lo riveste, la colla che lo tiene insieme, l'olio in cui è fritto. Non solo: derivano dal mais la lecitina e il lievito, i mono e trigliceridi aggiunti al pollo, il colorante, finanche l'acido citrico che lo preserva. Insomma, su circa 45 mila prodotti reperibili in supermercato americano, più di un quarto contiene mais: pannolini, sacchi della spazzatura, dentifrici, fiammiferi, batterie, fino al luccichio sulle copertine delle riviste. E poi c'è la carne: in buona sostanza, polli, tacchini, maiali, anche le mucche, per non parlare dei salmoni, vengono allevati - in America, ma non solo - a granturco.
Il risultato è un aumento dei prezzi su tutto lo spettro del mondo alimentare. Se noi dobbiamo vedercela con il rincaro degli spaghetti, gli americani si sono trovati a pagare il 70 per cento in più il cartone di popcorn al cinema e il litro di latte quanto uno di benzina. Costano di più i gelati e, in Inghilterra, il pane è quasi raddoppiato. Ma l'ondata sta per sommergere tutto quello che va nella borsa della spesa. Gian Domenico Auricchio, presidente di Federalimentare, denuncia aumenti dei costi nell'industria italiana del 20 per cento per le uova, 50 per cento per il burro, 20-40 per cento per le carni. Un impatto pesante per i consumatori, anche se non drammatico. Il mezzo chilo di spaghetti, sufficiente per cinque persone, assicura Rummo, continuerà, in fondo, a costare "meno di una buona mela e di una tazzina di caffè". Ma, lontano dal ricco Occidente, può essere una tragedia. L'allarme, lanciato da Fidel Castro alcuni mesi fa, ha trovato conferme autorevoli. Il World Food Programme, l'organizzazione Onu per gli aiuti alimentari, dichiara di non essere più in grado, all'attuale livello dei prezzi internazionali, di mantenere i suoi programmi. L'International Food Policy Research Institute di Washington calcola che la sola corsa dell'agricoltura ai biocarburanti, da qui al 2010, farà crescere i prezzi del granturco del 20 per cento, della soia del 26 per cento, del grano dell'11 per cento, della manioca (il cibo base in Africa e in Sud America) del 33 per cento. Del doppio o del triplo al
Dietro alla corsa ai biocarburanti, ci sono scelte politiche. L'Unione europea si è fissata l'ambizioso obiettivo di sostituire con ecocombustibili, entro il 2020, almeno il 10 per cento della benzina e del gasolio che consumano le sue macchine. Ma è soprattutto il traguardo fissato da Bush per l'America - 35 miliardi di galloni di etanolo l'anno entro il 2017, sei volte la produzione attuale, un quarto dei consumi totali di benzina - ad avere scatenato
Ma è un paradosso piccolo, rispetto al successivo. Qui non siamo a spaghetti o pop corn contro ecobenzina. Siamo a spaghetti contro il miraggio della ecobenzina. Perché, con le tecnologie attuali, tutto questo biocarburante non si può produrre. Per fare 35 miliardi di galloni di etanolo con le pannocchie, calcola
2 luglio 2007
Allarme ONU per la desertificazione | Le Scienze
Allarme ONU per la desertificazione
Le politiche finora intraprese da diversi Paesi sono spesso fallite, esacerbando anzi i conflitti con le nazioni vicine
Viene presentato oggi a New York un rapporto elaborato dall'Università delle Nazioni Unite (UNU) sul problema della desertificazione, definito 'la maggiore sfida ambientale del nostro tempo'.
Frutto della collaborazione di 200 esperti provenienti da 25 paesi, il rapporto sottolinea che desertificazione e perdita di produttività del suolo rischiano di diventare una sfida alla stabilità internazionale e richiedono quindi attenti interventi a livello politico e amministrativo a ogni livello per arginare fenomeni come l'eccesso di pascolo, il sovra-sfruttamento agricolo, scorrette pratiche irrigue.
Un terzo della popolazione della Terra, circa due miliardi di persone, sono potenziali vittime della desertificazione dei campi, e già nei prossimi anni si potrebbe assistere alla migrazione di 50 milioni di persone dalle aree a maggior rischio.
'È imperativo che politiche efficaci e pratiche agricole sostenibili vengano realizzate per arginare e invertire il declino delle regioni aride', ha detto Hans van Ginkel, sottosegretario generale dell'ONU e rettore dell'UNU. 'Alcune forze della globalizzazione, mentre si sforzano di ridurre la disuguaglianza economica ed eliminare la povertà, stanno in realtà contribuendo a peggiorare la desertificazione. Fra queste vi sono per esempio alcuni perversi sussidi agricoli."
Purtroppo, la formulazione di politiche efficaci per combattere la desertificazione, ha osservato Zafar Adeel, direttore dell'International Network on Water, Environment and Health, con sede in Canada, e coordinatore dello studio, "è stata frenata dalla mancanza di dati concreti sui tassi e sulla reale estensione della desertificazione. La prima cosa, come comunità internazionale, è quella di porre al primo posto nell'agenda politica il monitoraggio e la valutazione della desertificazione."
Il rapporto sottolinea come in diversi paesi in cui erano state iniziate politiche per il contenimento della desertificazione, queste sono praticamente fallite in breve tempo, non di rado esacerbando anche competizioni e conflitti con le nazioni vicine, "colpite" dall'uso del territorio e delle risorse naturali. (gg)
Per un biodiesel ancora più bio | Le Scienze
Per un biodiesel ancora più bio
Il nuovo metodo sfrutta la capacità del batterio Escherichia coli di consumare glicerina in condizioni anaerobiche producendo etanolo
La produzione di biodiesel negli Stati Uniti ha raggiunto il suo massimo storico, e un gruppo di ricercatori della Rice University ha trovato un metodo conveniente per smaltire la principale sostanza di scarto, la glicerina.
'Ogni 10 chilogrammi di biodiesel viene prodotto 1 chilogrammo di glicerina – ha spiegato Gonzalez, docente di ingegneria chimica e biomolecolare della Rice. 'Il business del biodiesel ha margini molto ristretti, e finora anche la glicerina di scarto aveva un valore su cui i produttori hanno contato per arrotondare.”
Ma ottenere un profitto dalla sola glicerina è un obiettivo non facile, a cui si sono dedicati ricercatori di tutto il mondo. Mentre molti hanno cercato di percorrere la via chimica tradizionale – cercando reazioni di catalisi in grado di spezzare la molecola in altri composti – alcuni, tra cui Gonzalez e colleghi della Rice, si sono concentrati sulla conversione biologica.
In tale processo si utilizzano organismi ingegnerizzati che sono in grado di nutrirsi di uno specifico composto chimico e di produrre qualche altra sostanza utile.
In un articolo pubblicato sulla rivista “Current Opinion in Biotechnology”, Gonzalez e colleghi sottolineano che un numero molto ristretto di microrganismi è in grado di digerire la glicerina in condizioni anaerobiche. Tra essi vi è però un ceppo batterico molto comune come Escherichia coli, che nel processo produce etanolo. "Abbiamo identificato i processi metabolici e le condizioni che permettono a E. coli di effettuare la conversione chimica in modo molto efficiente. Si stima che i costi operativi siano inferiori del 40 per cento rispetto alla produzione di etanolo direttamente dal mais.” (fc)
22 giugno 2007
Centrale solare di Brindisi
Brindisi, città storicamente martoriata dalla grande industri, polo energetico tra i più grandi di Italia ed ex-Polo chimico di importanza strategica (ex non per scelte strategiche ma per crisi di mercato che ha visto spostarsi il baricentro della sintesi verso oriente), pare vada verso nuove scelte in un'ottica non solo di sostenibiità, ma soprattutto, di rispetto della popolazione.
E' stata autorizzata la realizzazione in Puglia della più grande centrale fotovoltaica d’Italia. Con la chiusura della Conferenza dei Servizi svoltasi oggi presso l’Assessorato Regionale allo Sviluppo Economico, si è dato il via libera alla realizzazione di una centrale fotovoltaica da 11 MW nell’area dell’ex Petrolchimico di Brindisi.
E' ancora in atto la lunga diatriba ormai giudiziaria per la realizzazione della Centrale a Gas (wikipedia, legambiente, provincia di Brindisi, sito della Edilportal, sito di Aprile), ma la scelta di utilizzare un sito che nel passato ha contribuito moltissimo a far si che Brindisi diventasse area a rischio ambientale è molto positivo, oltre che simbolico.
21 giugno 2007
C'è molto più della carne dietro questa maschera. C'è un'idea, e le idee sono a prova di proiettile
Crudeltà e ingiustizia, intolleranza e oppressione. E lì dove una volta c'era la libertà di obiettare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì ora avete censori e sistemi di sorveglianza, che vi costringono ad accondiscendere a ciò. Com'è accaduto? Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò; ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate un colpevole, non c'è che da guardarsi allo specchio.
Io so perché l'avete fatto. So che avevate paura. E chi non ne avrebbe avuta? Guerre, terrore, malattie. C'era una quantità enorme di problemi, una macchinazione diabolica atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso. La paura si è impadronita di voi, ed il caos mentale ha fatto sì che vi rivolgeste all'attuale Alto Cancelliere, Adam Sattler. Vi ha promesso ordine e pace in cambio del vostro silenzioso, obbediente consenso. Ieri sera ho cercato di porre fine a questo silenzio.
Ieri sera io ho distrutto il vecchio Bailey, per ricordare a questo paese quello che ha dimenticato. Più di quattrocento anni fa, un grande cittadino ha voluto imprimere per sempre nella nostra memoria il 5 Novembre. La sua speranza, quella di ricordare al mondo che l'equità, la giustizia, la libertà sono più che parole: sono prospettive. Quindi, se non avete visto niente, se i crimini di questo governo vi rimangono ignoti, vi consiglio di lasciar passare inosservato il 5 Novembre.
Ma se vedete ciò che vedo io, se la pensate come la penso io, e se siete alla ricerca come lo sono io, vi chiedo di mettervi al mio fianco, ad un anno da questa notte, fuori alle porte del Parlamento, e insieme offriremo loro un 5 Novembre che non verrà mai più dimenticato.
Arriva il design sostenibile per il Terzo Mondo cambierà la vita a cinque miliardi di persone - Scienza & Tecnologia - Repubblica.it
Un'esposizione a New York mostra i progetti. E Bill Gates li finanzia con 13 milioni
Arriva il design sostenibile per il Terzo Mondo
cambierà la vita a cinque miliardi di persone
di GAIA GIULIANI
Arriva il design sostenibile per il Terzo Mondo
cambierà la vita a cinque miliardi di persone
ROMA - Frigoriferi in coccio, pannelli solari fatti con residui di biciclette, specchietti presi dalle confezioni di cosmetici, la ruota porta-acqua. E ancora: borse in stoffa con pannelli fotovoltaici incorporati per catturare i raggi del sole durante le passeggiate e illuminare le case senza elettricità di notte, filtri per l'acqua a raggi Uva o a base di arsenico in vendita a 7 dollari, pompe d'irrigazione a pedali costruite con il bambù. Invenzioni, progetti di design low cost in esposizione fino a metà settembre presso il Cooper-Hewitt National Design Museum di New York all'interno della mostra 'Design for the other 90%'.
A cosa corrisponde questo curioso 'restante 90%'? Su sei miliardi e mezzo di persone che popolano la Terra, più di cinque non hanno accesso o hanno grosse difficoltà ad avere accesso alle fonti primarie di sostentamento, l'acqua pulita o i sistemi educativi. Una condizione che considerano normale. Spesso le cause sono da rintracciare nella mancanza di infrastrutture, di mezzi di trasporto di tipo basico, di filtri per l'acqua a prezzi accessibili.
"La maggior parte dei progettisti e designer indirizza i propri sforzi solo su quel 10% di persone che appartiene ai paesi ricchi, ignorando così il resto del pianeta". Paul Polak, 73 anni, psichiatra, imprenditore e fondatore dell'IDE (International Development Enterprise), associazione no-profit attiva nei paesi in via di sviluppo, sta cercando di rimediare al problema. Sovvenzionando le invenzioni esposte nella mostra di New York, che hanno già garantito non solo la sopravvivenza, ma anche un considerevole miglioramento della qualità della vita a qualche decina di milioni di persone.
Per finanziare questi progetti, da gennaio l'IDE ha potuto avvalersi di una cospicua donazione arrivata dalla fondazione di Bill e Melinda Gates che ha versato nelle casse dell'associazione 13,4 milioni di dollari. Causale: "L'orgoglio di poter sostenere un progetto che aiuterà milioni di fattorie sparse per il mondo" come ha dichiarato il portavoce della fondazione del patron Microsoft.
Nata nel 1981, la IDE lavora in otto paesi (Bangladesh, Vietnam, Cambogia, India, Nepal, Zambia, Zimbawe e Myanmar, l'ex Birmania). Dei suoi 600 impiegati la maggior parte è nativa dei luoghi in cui agisce con lo scopo di raggiungere un obiettivo importante: aiutare 30 milioni di famiglie ad uscire dalla povertà entro il 2015. Per ora siamo a quota 3, risultato raggiunto grazie alle tecnologie low cost. Perché grazie ad una pompa di irrigazione economica i contadini - il famoso 90% abita zone rurali sopravvivendo grazie all'agricoltura - possono contare su di un surplus di prodotti da rivendere nei mercati locali dopo aver soddisfatto le proprie esigenze.
E con il ricavato coprire le spese scolastiche dei figli, comprare le medicine di cui la famiglia ha bisogno migliorando anche la produttività della propria fattoria. Al momento circa un milione e mezzo di contadini del Bangladesh ha acquistato la pompa a pedali in bambù incrementando complessivamente il proprio reddito annuale di 150 milioni di dollari. "Il nostro scopo non è quello di finanziare qualcuno o qualcosa, ma creare un mercato stimolante e in rapida espansione" dice Polak, rimarcando che le popolazioni con cui entra in contatto vanno trattate non "come persone bisognose, ma come clienti, in modo da restituirgli dignità stimolandoli a guardare se stessi sotto una prospettiva diversa e in divenire". Con prezzi studiati ad hoc per loro naturalmente.
Perché tanta sollecitudine da parte di Polak verso il Terzo Mondo? Perché lo psichiatra, nella migliore tradizione dei self made man americani, è uno che si è fatto da solo. Nato in provincia, cominciò a lavorare appena adolescente raccogliendo fragole nel vivaio gestito dal padre. Compiuti i quindici anni capì che avrebbe guadagnato di più coltivando in proprio fragole e lamponi, e fece un accordo con gli agricoltori locali prendendo in affitto parte dei loro terreni per le piantagioni e rivendendo il raccolto ai negozi dei dintorni. Poi si iscrisse a psicologia, diventando psichiatra e iniziando a occuparsi di pazienti affetti da disturbi provenienti da condizioni di vita e lavoro disagiate.
Oggi possiede 70 ettari coltivati a more, ribes, lamponi e fragole e parte dei suoi guadagni è stato investito nell'industria petrolifera. Grazie a una buona fetta dei ricavi ha potuto fondare l'IDE e farla avviare. Polak segue personalmente tutti i progetti portati avanti dalla sua associazione viaggiando instancabilmente per il pianeta e stabilendo partnership con istituzioni universitarie illustri come la Stanford University che ha partecipato allo sviluppo delle tecnologie low cost presenti nella mostra newyorkese. Ultima creazione la Q Drum, una ruota container da riempire d'acqua. In materiale plastico, è a forma di anello per permettere a una fune di attraversarla fungendo da traino. Il "restante 90%" vive in paesi privi di condutture, e la "ruota" è molto più comoda come mezzo di trasporto di orci e contenitori in coccio perché il suo peso invece di gravare completamente sulla persona, viene sostenuto anche dal terreno.
(21 giugno 2007)"
Crescita record per il mercato delle energie rinnovabili | Le Scienze
Crescita record per il mercato delle energie rinnovabili
Secondo il rapporto UNEP questo mercato ha raggiunto una massa critica tale da poter resistere anche se il prezzo del petrolio scendesse sotto i 40 dollari
A livello globale, gli investimenti nelle energie rinnovabili sono in rapida crescita, con 70,9 miliardi di dollari di nuovi investimenti nel 2006, pari a un incremento del 43 % rispetto all'anno precedente e la tendenza pare confermata anche per il 2007. È questo il dato più eclatante riportato nel rapporto Global Trends in Sustainable Energy Investment 2007 appena pubblicato dall' UNEP, che presenta un quadro dello stato attuale dello sviluppo delle energie rinnovabili (RE) e dell'efficienza energetica (EE).
In particolare, i settori che vedono i più elevati livelli di investimento sono quelli eolico, solare e dei biocombustibili, riflettendo la maturità delle tecnologie, l'esistenza di incentivi politici, e le aspettative degli investitori. In questo ambito i livelli di investimento negli Stati Uniti e nell'Unione Europea a 27 sono paragonabili, anche se negli Stati Uniti i flussi finanziari provengono dal settore privato molto più di quanto non avvenga in UE. Cina, India e Brasile sono invece i paesi in via di sviluppo che si stanno adeguando con maggior velocità a questa tendenza negli investimenti.
Nel rapporto si osserva che gli investimenti nelle energie sostenibili sono sostenuti da una serie di provvedimenti di carattere politico e amministrativo, che in molti paesi includono un ampio spettro di misure tariffarie e agevolazioni fiscali, che complessivamente riescono a creare un ambiente globalmente stabile, utile a una crescita continua del settore. "Questo mercato - prosegue il rapporto - ha raggiunto una massa critica tale per cui, anche se il prezzo del petrolio scendesse al di sotto dei $40, gli investimenti probabilmente rallenterebbero in alcune aree, ma comunque non stagnerebbero."
L'investimento in ricerca e sviluppo (R&S) è arrivato a toccare i 16,3 miliardi di dollari contro i 13 miliardi di dollari del 2005. Tuttavia, nota il rapporto, l'Europa dei 27 in questo ambito sembra un poco in ritardo, a causa del coinvolgimento relativamente più basso del settore privato. In Europa questo infatti copre il 55% della R&S, contro il 64% che si ha negli Stati Uniti e addirittura il 75% del Giappone.
Anche il mercato dell'efficienza energetica è significativo, prosegue il rapporto, anche se appare in una certa misura "invisibile". Il segmento più visibile di questo mercato è rappresentato dall'investimento in tecnologie, che nel 2006 ha toccato gli 1,1 miliardi di dollari, contro i 710 milioni dell'anno precedente.
Il rapporto nota infine un progressivo spostamento dei capitali verso i paesi in via di sviluppo, che nel 2006 hanno visto i maggiori investimenti privati. Cina, India e Brasile rappresentano al momento i principali produttori e i principali mercati per le energie sostenibili. (gg)
14 giugno 2007
Siena capitale dell'energia verde Carbon free entro il 2015: "Primi in Italia"
Siena capitale dell'energia verde
Carbon free entro il 2015: "Primi in Italia"
Un progetto per assorbire il gas serra come previsto da Kyoto
di ANTONIO CIANCIULLO
ROMA - Sarà la prima provincia al mondo a poter inserire sui cartelli stradali il motto carbon free, libera dal carbonio. È Siena il laboratorio in cui si sta perfezionando la ricetta per mettere il guinzaglio al cambiamento climatico. Entro una data ravvicinata, con buona probabilità il 2015, in questo angolo di Toscana si vivrà senza sensi di colpa nei confronti dei figli, che rischiano di crescere in un pianeta dal clima ostile: le emissioni di gas serra verranno azzerate su tutto il territorio.
"La prima mossa per costruire la macchina della battaglia contro l'inquinamento è stata - spiega l'assessore all'Ambiente Claudio Galletti - realizzare il pannello di controllo, un cruscotto in cui appaiono gli indicatori d'impatto ambientale". Facendo la somma dei gas serra emessi durante le attività quotidiane si è scoperto che la lancetta segna 1,9 milioni di tonnellate all'anno di gas serra. Da questa cifra va detratto il carbonio assorbito dai boschi: nel caso di Siena questa voce è particolarmente robusta, vale il 60 per cento delle emissioni. Resta un 40 per cento: 3,29 tonnellate di gas serra all'anno per abitante. Come eliminarlo?
Paradossalmente, a complicare il quadro, c'è una situazione di partenza piuttosto virtuosa che rende più difficili ulteriori miglioramenti. Il primo punto a favore della provincia di Siena, come si è visto, è un patrimonio boschivo ricco e con una buona manutenzione. Il secondo è il ruolo particolare della geotermia: già oggi il 90 per cento dell'elettricità è rinnovabile perché deriva dallo sfruttamento del calore che proviene dalle viscere della Terra.
Eppure anche in questo contesto è possibile un rapido miglioramento. Ecco come. Il 40 per cento dell'obiettivo richiesto, cioè dell'azzeramento delle emissioni serra, verrà raggiunto rilanciando le rinnovabili, migliorando l'efficienza energetica e facendo campagne di comunicazione per stimolare i comportamenti virtuosi. Il 30 per cento sarà dato, attraverso un sistema di incentivi, dalla sostituzione delle vecchie caldaie con altre che consumano meno. Il 20 per cento dal rilancio dei biocarburanti e dal recupero del metano prodotto dalla fermentazione del materiale organico in discarica. Il 10 per cento da un ulteriore miglioramento e allargamento dei boschi.
"L'impeto di questa corsa verso il carbon free è significativo, e del tutto in linea con l'Eurobarometro che testimonia la voglia degli europei di energia pulita e di sistemi produttivi meno inquinanti", spiega Domenico Andreis, responsabile del Rina, l'ente che certificherà il processo. "Accanto al mercato obbligatorio delle emissioni serra, il meccanismo previsto dal protocollo di Kyoto per favorire le industrie più capaci d'innovare, si sta sviluppando il mercato dei tagli volontari, delle iniziative dal basso per difendere il cielo".
I segnali in questo senso continuano a moltiplicarsi. A Londra i taxi carbon free, quelli che viaggiano leggeri, con la certezza di non contribuire all'effetto serra, sono ormai centinaia e un gruppo di tassisti romani sta per seguire il loro esempio. Il mondo dello spettacolo è mobilitato e molti tour, da quelli di Vasco Rossi a quelli di Gianna Nannini, sono "climaticamente innocenti". Anche decine di fiere e molte aziende del terziario - spiegano ad AzzeroCO2, una società nata da Legambiente e dal Kyoto Club - hanno portato in pareggio i bilanci del carbonio.
28 aprile 2007
Earth Day – Un giorno l’anno per la Terra.
Il giorno 22 Aprile si è celebrata la Giornata della Terra, un appuntamento che si tiene ogni anno dal 1970, quando 20 milioni di americani parteciparono ad una manifestazione in favore della tutela e salvaguardia del nostro pianeta.
L'obiettivo di tale ricorrenza, che si tiene in circa 174 paesi nel mondo, è di sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi ambientali che affliggono la Terra.
Lo stato di salute in cui versa il Nostro Pianeta si spera sia conosciuto ormai dalla maggior parte della popolazione mondiale.
Sui media diventa comune sentire almeno una notizia riguardante i cambiamenti climatici e gli stessi Stati Uniti, che con la prima amministrazione Bush negavano i problemi derivanti dall'effetto serra, hanno stretto un accordo con il Brasile per la fornitura di etanolo come carburante per le autovetture. L'obiettivo dell'amministrazione americana è di ridurre di un quinto il consumo di benzina.
Uno scenario elaborato dal WWF Internazionale prevede che, nell'area mediterranea, un aumento di 2°C potrebbe provocare una diminuzione del 20% delle precipitazioni annuali, una forte difficoltà a reperire acqua sia per l'agricoltura, con la possibilità di desertificazione di oltre il 40% della superficie agricola utilizzabile, sia per l'uso umano, con la perdita di quasi il 10% della disponibilità di acqua nei bacini, e la scomparsa di oltre il 50% delle specie vegetali.
I cambiamenti climatici non sono le sole incognite che dobbiamo e dovremo affrontare: distruzione di habitat, deforestazione, perdita di biodiversità, pesca eccessiva, inquinamento e crescita demografica minacciano la nostra stessa sopravvivenza. In occasione della presentazione del Living Report 2006, il WWF Internazionale, al termine di due anni di studi, ha fissato per il 2050 la data in cui ogni uomo consumerà il doppio di quanto la Terra può produrre. In pratica avremo bisogno di un altro pianeta come il nostro per soddisfare le nostre esigenze.
Da molti anni si è acceso un forte dibattito intorno a questi temi, con la contrapposizione tra "pessimisti" e "ottimisti", le possibili soluzioni sono state prospettate e movimenti positivi iniziano a intravedersi; quello che dobbiamo comprendere è che non possiamo demandare alle generazioni future il dovere ad assumerci le responsabilità per il miglioramento ambientale, ma impegnarci nei gesti e nelle scelte di consumo e politiche di ogni giorno.
L'impegno di una sola giornata all'anno non è sufficiente.
Leibniz diceva che questo era il migliore dei mondi possibili. Potremmo rispondergli che questo è anche l'unico.
(pubblicato sulla rivista Altrestrade)12 aprile 2007
Il WEB 2.0
Il primo post di uno che si occupa di ambiente e politica è..... il WEB.
Più precisamente il WEB 2.0
Lascio al link di questo post l'approfondimento su questa tematica, poiché sicuramente meglio esposto di quanto possa fare io. Il mio interesse è in relazione ai collegamenti che questo nuovo modo di concepire il web ha con lo sviluppo di nuove politiche ambientali.
In sintesi il WEB 2.0 è legato al nuovo grado di interazione tra gli utenti e la rete, che , attraverso strumenti quali i blog stessi, le testate on-line, ecc., ha permesso l'accesso "libero" al mondo dell'informazione, con la possibilità di non essere esclusivamente spettatore ma anche editore.
Fino ad adesso niente di nuovo.
Questo nuovo approccio alla rete può diventare, però, uno straordinario veicolo di informazione e condivisione a basso impatto ambientale.
Molti radicali cambiamenti culturali hanno avuto basi su innovazioni che sono accorse nel campo della tecnologia. Alcune di queste innovazioni hanno permesso di far rimpicciolire il mondo, diminuendo le distanze tra i popoli e le culture: l'avvento della stampa a caratteri mobili che permise nel tempo di far uscire la parola scritta dai monasteri, il motore che ha permesso di accorciare i tempi di percorrenza nei viaggi, il telefono che ha introdotto il virtuale fino ad arrivare ad internet. Questa successione, questa "rivoluzione" che ha incontrato durante più di 500 anni guerre, re e sovrani, teste mozzate e bolle papali, andando avanti inesorabile ha permesso all'uomo di essere in grado di conoscere ciò che distanze geografiche insormontabili non gli avrebbero permesso di fare. Fino al WEB2.0 il mondo è entrato sempre più a casa di ciascuno.
Questa nuova evoluzione permette di far andare la propria casa nel mondo.
E tralasciando tutte le derive voyeuristiche che necessariamente scorrono come rivoli di un fiume, questa nuova possibilità rappresenta un'opportunità per un accesso ad una maggiore varietà di fonti di informazione. Questo chiaramente non è finalmente la soluzione.
L'aspetto da coltivare è la capacità di discernimento, poter scegliere, però, è già un passo in avanti importante.
In questo senso WEB e sostenibilità possono essere degli straordinari alleati. Poter uscire fuori dai soliti canali di grande diffusione ma anche fortemente controllati con un medium a basso costo e ormai accessibile ai neofiti della programmazione da la possibilità a piccoli gruppi di stakeholders di poter portare alla platea dell'attenzione i loro scopi e i loro interessi.
Questo rappresenta uno dei fondamenti della democrazia partecipata.
La conoscenza è la trasformazione dell'informazione in valore